ASP Daniele Moro
 
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Storia dell'ASP Daniele Moro

Codroipo, 26 marzo 1940

Omissis….

“La Casa di Ricovero di Codroipo erediterà tutte le mie proprietà sulla sinistra del Tagliamento…”

(Tratto dal libro: "UN FEDELE DELLA TERRA - Alla memoria di Daniele Moro")

 

Nel 1940, morendo, il cav. Daniele Moro, nato il 30 marzo 1855, destinò alle sue comunità (Codroipo, Morsano al Tagliamento, Udine), con proprio splendido testamento olografo un tesoro che costituisce il simbolo della sua eredità ideale. Quel legàto esprime il coronamento di una lunga vita di attenzioni e di benevolenze verso i suoi mezzadri, di sollecitudini rispetto alle famiglie contadine che avevano condiviso con lui le vicende della terra e, più in generale, di amore nei confronti della collettività codroipese. Ed è testimonianza della straordinaria storia di maggiorente-benefattore, della riconosciuta autorevole figura tutelare che ha intrecciato la propria longeva ventura con la vita dei nostri avi.

 

Con riferimento alla sua consistenza materiale il “Corriere d’America” di New York, nell’edizione del 1 maggio 1940, titolava a proposito del “nobilissimo testamento dell’ex sindaco di Codroipo: Lascia 8 milioni per opere di bene e condona i crediti”.

 

Va ricordato che il cavalier Moro, in morte, dispose molti benefici a favore di numerose persone e della collettività; con questi ultimi si costituì il patrimonio da cui, nel 1946, a guerra ultimata, prese avvio l’Ente che portava il suo nome, dando origine, in tal modo, a quel processo giuridico noto come “entificazione”.

Rinviando alla ricerca storica il compito di appurare con specifico riferimento alla realtà codroipese le modalità di formazione negli anni della proprietà Moro, la sua consistenza e, specificamente, quella dei beni posti in capo all’Ente, in prima approssimazione si può dire che essi riguardassero:

  • 650 campi friulani;
  • l’edificio storico posto all’incrocio delle vie Candotti e Piave, detto Casa patronale, e le sue pertinenze;
  • le due case coloniche di via Fiume, nella zona detta Piccola di Moro, ora demolite per far posto ad alcuni insediamenti della zona industriale;
  • alcuni edifici a San Vidotto di Camino;
  • la casa colonica di via Latisana;
  • una serie di altre costruzioni minori.

Dal 1946 l’Ente “D. Moro” e il suo patrimonio vissero alterne vicende, ma sommariamente possiamo affermare che vi fu, lungo il corso del tempo, un processo di riconversione del patrimonio originario e di reinvestimento delle alienazioni nell’attuale struttura immobiliare di Viale Duodo 80 allo scopo di co-finanziare gli interventi supportati da contributi regionali.